Spreaker la piattaforma web radio più famosa si racconta al Tolktolk
Il 18 gennaio, come di consueto ultimamente ho partecipato al TolkTolk organizzato da Dora Carapellese, è stata una bella occasione perché ho rivisto un’amica Tonia Maffeo, del mitico gruppo GGD Bologna (geek girls), ora Head of Community and Marketing di Spreaker ed ho potuto così riascoltare l’evoluzione di questa piattaforma web radio nata e realizzata a Bologna.
Per fare un rapido riepilogo, Spreaker nasce nel 2009 dalla mente creativa di Daniele Cremonini, in pochi anni si afferma come l’App ideale per fare radio o podcast. L’obiettivo di questa tecnologia per gli utenti è: “crea un account e inizia a registrare o a trasmettere in diretta il tuo show dal tuo computer o da cellulare”.
Ad oggi può contare su circa 5 milioni di utilizzatori, la maggior parte concentrata negli States, sempre un passo avanti rispetto a realtà come startup, tecnologie, applicazioni smart ecc.
Come ci dice Tonia in America il podcast è infatti uno strumento molto in voga, una modalità di ascolto piuttosto comune, molti magazine lo usano e lo considerano lo Youtube della radio.
In Italia le cose stanno un po’ diversamente e anche se l’uso del podcast è in ascesa in po’in tutti i settori, lo si usa per lo più per fare personal branding o come altra modalità di content marketing.
Molti professionisti lo inseriscono nelle proprie strategie di visibilità sul web perché ha delle peculiarità molto interessanti, è semplice da usare e non richiede tecnologie sofisticate. I podcast si possono embeddare, scaricare, condividere sui social, insomma Spreaker riesce a soddisfare molti aspetti di self marketing.
Lato utente poi è molto comodo, il podcast si può ascoltare ovunque, l’audio non richiede neanche una registrazione al servizio, basta cercare ciò che interessa e poi dare lo start, senza infrastrutture particolari, e cosa piuttosto interessante senza consumare molta “banda” come invece accade con i video.
Certamente per aver successo come podcaster occorre seguire qualche piccolo accorgimento, seguendo i consigli di Tonia, prima di tutto è necessario non essere troppo prolissi, rientrare nei canonici 30 minuti di registrazione. Poi come avviene anche nei social network è necessario prendersi cura del proprio profilo, con descrizioni accurate e parole chiavi appropriate. Prima di pubblicare pensare e registrare almeno tre episodi, in modo da partire già con un minimo di programmazione che crei una continuità di ascolto, per finire se ci fossero più voci il podcast sarebbe perfetto, riuscirebbe a catturare meglio l’attenzione del pubblico.
Insomma Spreaker è una tecnologia ormai famosa, in ascesa in molti paesi (vedi Sud America) considerata uno strumento di diffusione multicanale di contenuti, non è un caso che anche istituzioni ed università comincino ad usarla.
Stay tuned per il prosieguo della storia…nel frattempo potrete ascoltare l’intervento integrale di Tonia registrato da il Titolo TV.
Mentre se volete leggervi con calma l’intervista con domande e risposte ecco il nuovo post di Dora Carapellese #TolkTolk.
Una risposta
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